Storia di una pubblicità antispecista

Fonte: http://animalistifvg.blogspot.it/p/campagna-antispecista.html


STORIA DELLA PUBBLICAZIONE DI UNA CAMPAGNA ANTISPECISTA SU REPUBBLICA E TERRA NUOVA

Nel mondo, ogni giorno, milioni di animali sono sfruttati, torturati e uccisi.
Eppure, tutto questo non si vede mai, almeno sui media tradizionali, da cui la gran parte della gente si forma un’opinione.
I mass media sono pieni di pubblicità, spesso fatta da chi rinchiude gli animali negli allevamenti intensivi. Da chi li uccide per produrre cibo, da chi li tortura in nome della “scienza”, da chi vende armi per cacciarli. Ma la sofferenza degli animali non appare mai.
Gli allevamenti sono luoghi astratti. Le pellicce crescono sugli alberi.
Quello che succede nei laboratori non ci e’ dato vederlo. E così via.
Non si sente mai una voce diversa.
Abbiamo voluto provare ad abbattere il muro di omertà da parte di un certo tipo di informazione su questi temi, e rivendicare il diritto ad un dibattito serio, finalmente alla luce del sole, sull’importanza di queste questioni.
Perché solo quando sarà passato il messaggio che gli animali sono esseri senzienti e che lo specismo antropocentrico è dannoso, forse, solo allora, potremo sperare che i nostri sforzi non siano vani e che, un giorno non troppo lontano, vedremo la liberazione animale.

Il nostro sogno era quello di dare voce a chi vuole proporre qualcosa di diverso da questa “normalità'”, pubblicando una campagna pubblicitaria diversa dal solito: una campagna antispecista e vegan su un quotidiano a tiratura nazionale, per mostrare a tutti la realtà sullo sfruttamento animale: una pagina intera, a colori, o più pagine, il tutto in base alla cifra che si riuscirà a raccogliere.

Questa iniziativa è partita a giugno 2009 da semplici attivisti che, in maniera spontanea, hanno deciso di condividere questo progetto insieme.

Abbiamo scelto di appoggiarci a Ca-Campagne per gli Animali, team composto da professionisti della comunicazione vegan ed antispecisti che donano a titolo gratuito il loro lavoro.
Abbiamo creato un gruppo su Facebook, allo scopo di proporre l’idea di acquistare una pagina su un quotidiano nazionale per una campagna antispecista.
Il nostro primo obiettivo era raggiungere la quota di almeno 1000 iscritti, per poter pensare a una quota di adesione individuale accettabile (25 euro), a nostro avviso alla portata di chiunque.
Raggiunto questo fatidico numero, abbiamo potuto finalmente chiedere a Campagne per gli Animali di realizzare qualcosa che potesse rispondere a quanto il gruppo si era prefisso, con la certezza che i numeri c’erano.

allevato in italia - Storia di una pubblicità antispecistaLa campagna che Ca-Campagne per gli Animali ha realizzato per questo progetto si chiama ALLEVATO IN ITALIA.

Ottobre 2009: la campagna era pronta, così è partita la raccolta sottoscrizioni.
E’ stata un’esperienza faticosa e complessa, anche se ricca di soddisfazioni.
Tutte le quote per la pubblicazione della campagna sono state versate a Campagne per gli Animali, noi ci siamo occupati del monitoraggio dei versamenti attraverso controlli incrociati con CA. Ci sono voluti mesi ma ce l’abbiamo fatta, grazie al sostegno di centinaia di persone da tutta Italia che hanno creduto fortemente in questa iniziativa.

A maggio 2010, raggiunta la quota utile alla pubblicazione di una pagina a colori su La Repubblica, ha avuto inizio la fase più delicata: la (estenuante) trattativa con il giornale, che all’ultimo momento ha censurato la campagna Allevato in Italia, ritenendone le immagini “troppo forti”.
Inizialmente il rifiuto alla pubblicazione ci era arrivato solo da Repubblica, e ci sembrava si trattasse di un caso isolato. Poi si sono aggiunti i “no” di tutte le altre
testate (Il Corriere della Sera, La Stampa, Il Fatto quotidiano, il Venerdì, Focus, i magazine del gruppo L’Espresso, RCS e Mondadori.
Il problema a questo punto non era Repubblica, ma tutto il sistema dell’informazione, davvero troppo attento a non disturbare i grandi inserzionisti e a non turbare le coscienze.
Che fare dunque?
L’unica maniera per sbloccare questa situazione era chiedere a Campagne per Gli Animali di mettere a punto una modifica.
Abbiamo suggerito a CA di elaborare una nuova campagna o di modificare quella già esistente, e CA ci ha proposto un cambio di immagine (mantenendo invariata la parte testuale della campagna).
ti guardano tutti negli occhi - Storia di una pubblicità antispecistaAbbiamo girato questa nuova versione della campagna antispecista a Repubblica, la quale questa volta ha accettato senza riserve.
Non lo abbiamo vissuto come un ripiego bensì come l’unico espediente possibile per raggiungere lo scopo che ci eravamo prefissati: la pubblicazione di un messaggio antispecista su un quotidiano nazionale a grande tiratura.

Se i tempi non sono ancora maturi per accostare un messaggio come il nostro a immagini forti noi lo abbiamo comunque fatto arrivare con un’immagine più “facile”, che potesse invogliare alla lettura e alla comprensione, per cui non si è trattato di compromesso ma di strategia.

La nuova versione della campagna è andata in stampa su Repubblica con il formato Junior page a colori domenica 13 giugno 2010, all’interno dell’inserto domenicale di Repubblica.
La tariffa che ci è stata accordata è una tariffa ridotta, di quelle destinate alle Onlus, un “last minute”: il costo di questa pubblicazione è stato di  7500 euro IVA compresa. Potete quindi immaginare quale sarebbe la tariffa “piena”: si tratta di cifre davvero inarrivabili, soprattutto per privati. Nel nostro caso possiamo dire che l’unione di tanti singoli ha fatto davvero la differenza. Oltretutto il costo di una campagna su Repubblica, se diviso per il numero di copie del giornale stampate e distribuite in tutta Italia, è di pochissimi centesimi, con cui non si potrebbe stampare nemmeno un volantino A4 in bianco e nero: con questa iniziativa è stato invece possibile avere un “volantino” a colori su Repubblica, stampato e distribuito capillarmente in tutta Italia, con il minimo sforzo (25 euro a persona)… un “volantino” che è finito nelle mani di centinaia di migliaia di persone.

Per questo motivo la pubblicità sui quotidiani è comunemente usata da tutte le grandi aziende per far conoscere i loro prodotti: si tratta del mezzo più efficace per colpire nel segno. Se così non fosse le aziende non investirebbero somme ingenti in questo tipo di pubblicità.

L’epilogo di questa bellissima esperienza è stata la pubblicazione della campagna originale, ALLEVATO IN ITALIA, sul numero di ottobre 2010 del mensile Terra Nuova che, coraggiosamente,ha voluto dare spazio e voce a un messaggio “scomodo” ma necessario a una piena presa di coscienza delle continue vessazioni cui sono sottoposti quotidianamente miliardi di animali nel mondo. A seguito della pubblicazione di questa campagna non sono mancate le polemiche da parte di chi, tra i lettori della rivista, si è sentito “messo in discussione”, a dimostrazione di quanto sia ancora difficile far passare certi messaggi. La storia di questa diatriba la puoi trovare alla pagina “Vegan si, Vegan no” del sito di Terra Nuova (a questo indirizzo, N.d.R.).

Se desideri farti promotore di un’iniziativa simile, magari anche solo attraverso la pubblicazione di una campagna antispecista e animalista su un quotidiano locale (tariffe decisamente più accessibili), puoi trovare una serie di bellissime campagne già pronte da scaricare sul sito di Campagne per gli Animali.

Se hai bisogno di qualche consiglio su come portare a termine il progetto ci puoi scrivere animalistifvg@gmail.com

2 pensieri su “Storia di una pubblicità antispecista

  1. C’era una volta un gruppetto di antispecisti che decisero di mettere la verità sotto a tanti occhi che non volevano vedere. C’era una volta un bambolotto, c’era una vaschetta, c’era una raccolta fondi che non finiva più, c’era un giornale che rifiutò di pubblicare tutta quella verità, ce ne fu un altro che fece uguale. Intanto c’era un cretino che metteva in giro voci false Arrivava anche un pazza che nel manifesto voleva i polli .. ma tutto quel che c’era non fermò nessuno allora e non lo ferma ora. La vaschetta restò e non solo:diventò grande … grandissima finì sotto gli occhi di tantissima gente che ebbe modo di fare una riflessione nuova ed importante. La riflessione diventò : Chi mangi oggi ?

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