La risposta dell’ufficio competente del Comune di Torino alla domanda di affissione del mega manifesto “Immedesimati, puoi” è negativa.
Alla nostra richiesta di delucidazioni ci è stato risposto per iscritto che:
“(…) da tempo l’Amministrazione è attenta ad evitare che i propri impianti vengano utilizzati per l’affissione di manifesti che possano urtare la sensibilità dei cittadini (ad esempio mediante l’utilizzo del corpo umano nudo) e che già la vostra precedente affissione (quella con l’immagine del bambolotto a pezzi) è stata in tal senso oggetto di rimostranze e articoli di stampa.”
Da tali motivazioni si deduce che il diniego è stato causato dall’eccessiva risonanza mediatica che ha causato la precedente pubblicazione a Torino di “Chi mangi oggi?” e dal fatto che “Immedesimati, puoi” presenta una foto di corpo di donna e quindi ciò potrebbe “urtare la sensibilità dei cittadini”.
Ma consultando il sito IRMA (Portale del Comune di Torino per le Pari Opportunità).
E’ possibile visionare la pubblicità che la Commissione per i Diritti e le Pari Opportunità della Città di Torino ha ideato e pubblicato per combattere la “svendita del corpo femminile nella comunicazione pubblicitaria“: http://www.irma-torino.it/it/index.php?start=72
Infatti nello stesso sito è possibile visionare la pubblicità in questione: http://www.irma-torino.it/it/images/stories/progetti/svendi.pdf
Ma come si può ben vedere compare la foto di una giovane donna NUDA chiusa in un contenitore per alimenti, insomma una via di mezzo tra il bambolotto di “Chi mangi oggi?” e la donna di “Immedesimati, puoi”… (forse dovremmo chiedere i diritti d’autore). Se davvero il Comune di Torino intende dare pari opportunità a tutti, dovrebbe accettare la pubblicazione di una pubblicità che è davvero molto simile a quella fatta dalla Commissione per i Diritti e le Pari Opportunità, e non addurre banali scuse come pena la perdita di ogni credibilità.
Le cose quindi sono due: o il Comune di Torino ci permette la pubblicazione di “Immedesimati, puoi”, oppure dovrebbe oscurare anche la sua campagna pubblicitaria che può “urtare la sensibilità dei cittadini (ad esempio mediante l’utilizzo del corpo umano nudo)“.
L’ipocrisia paraclericale del comune di Torino nasconde il più bieco antropocentrismo che utilizza strategie politiche di copertura alle scelte di morte come ricorda il prof. Paolo Ricci:
“Nel mondo vengono uccisi a scopo alimentare: 170 miliardi di animali ogni anno; oltre 14 miliardi di animali ogni mese; mezzo miliardo di animali ogni giorno; 19 milioni di animali ogni ora; oltre 300.000 animali ogni minuto; oltre 5.390 animali al secondo. Il numero di animali uccisi ogni 3 ore nel mondo per la nostra alimentazione è pari al numero di abitanti dell’Italia. Nella sola Italia vengono uccisi per finire sulle nostre tavole: 2 miliardi e mezzo di animali ogni anno; 225 milioni di animali ogni mese; 8 milioni di animali ogni giorno.”
(Lettera al teologo Vito Mancuso 5.6.2009) ancora senza risposta.
Ciao Gianluca,
Oltre all’ipocrisia che tu giustamente evidenzi, è da sottolineare l’assoluta mancanza di coerenza che spinge il Comune a farsi promotore di pubblicità del tutto simili alle nostre per quanto riguarda l’utilizzo delle immagini e al contempo a censurare noi.